Saggistica
Ghassam Kanafani
Uomini sotto il sole
Il viaggio delle bottiglie vuote
Kader Abdolah
Vecchi e nuovi profughi
Vecchi e nuovi profughi
Il cinema dell'emigrazione
Malgrado lo scorso Festival del Cinema di Venezia abbia vantato autori e titoli di tutto rispetto, specie nell’ambito della filmografia anglosassone (per tutti basti citare Stephen Frears di ‘The Queen’, valso la migliore interpretazione femminile a una strepitosa Elen Mirren nel ruolo della Regina Elisabetta e l’attesissimo ‘Il flauto magico’ di Ken Branagh ), un elogio particolare, sia da parte del pubblico che della critica è stato riservato al lavoro di due registi italiani: a quel ’ Nuovo mondo’ di Emanuele Crialese, a cui è andato un più che meritato Leone d’Argento, quindi a ‘Lettere dal Sahara’, l’ultimo film del regista e documentarista Vittorio de Seta, da poco scomparso ed il cui film ha voluto rappresentare sostanzialmente un omaggio.
Ligusticità di Enrico Bonino
Ligusticita’ di ENRICO BONINO
Nella Prefazione, che introduce la raccolta Inedite[1], così scrive Giorgio Caproni:
‘Enrico Bonino appartiene a quel medesimo ‘paese dei vasai’che ci ha dato il più trasparente e celeste dei poeti d’oggi:Angelo Barile’
Tale riferimento non può essere in realtà più appropriato, poiché della cosiddetta linea ligustica[2] si evidenziano nell’opera di Bonino i tratti più incisivi e le più note componenti.
Noi credevamo
Anna Banti, Noi credevamo (1967)
ell’ambito del convegno Memoria e Storia, tenutosi a Milano alcuni anni fa (1) ed avente come oggetto il tema della memoria storica, si era essenzialmente discusso su come costruire, elaborare, ma soprattutto veicolare quest’ultima, facendola pervenire alle radici del presente.